La storia della Chiesa di Giarre comincia nel 1897 con i conti Wollemborg, ebrei padovani di origine tedesca, all’epoca proprietari della villa Dondi dall’Orologio e di vasti appezzamenti lungo il canale della Battaglia. Per liberarsi dell’onere di compensare, secondo gli usi dell’epoca, il sacerdote che ogni domenica veniva a celebrar messa nella loro villa, decidono di donare alla comunità di Giarre un pezzo di terra all’angolo tra le vie Giarre e Roveri per la costruzione di un piccolo oratorio, con la nomina di un curato, dipendente dalla chiesa arcipretale di San Lorenzo Martire, dedicato a Santa Giustina.
L’ORATORIO DI SANTA GIUSTINA
L’oratorio di Santa Giustina, demolito qualche tempo dopo la costruzione della chiesa, presentava una forma assai semplice a pianta rettangolare, con abside e piccolo vano usato come sacrestia e disposto sull’asse liturgico nord-sud. All’interno si conservava una pala raffigurante “La Madonna col Bambino e Santi” opera del pittore Pietro Damini (Castelfranco Veneto, 1592 – Padova, 1631) donata dai Wollemborg. Val la pena di ricordare che un componente della famiglia, Maurizio Wollemborg, benefattore, tra l’altro, dell’ospedale civile di Padova, fu più volte deputato al Parlamento e consigliere comunale ad Abano. Nel 1924 il Vescovo di Padova, Elia Dalla Costa, compie una visita pastorale nel territorio aponense, rilevando che a Giarre è necessaria la presenza di un sacerdote stabile che provveda alle necessità spirituali della nuova comunità. Nel secondo dopoguerra, l’aumento demografico e le difficoltà a raggiungere la chiesa arcipretale di San Lorenzo ad Abano spingono il Vescovo Carlo Agostini a costituire una nuova parrocchia: durante la sua visita a Giarre del 17 marzo 1947 viene individuato il sito su cui far sorgere una nuova Chiesa. Poco tempo dopo, con il denaro offerto dalla signora Maria Sofia Mioni, si acquista dal signor Umberto Varroto il terreno per costruirla.
LA NUOVA CHIESA
Il 3 agosto 1949 il nuovo Vescovo di Padova, Mons. Girolamo Bortignon, accompagnato da don Tarcisio Mazzarotto, nuovo Arciprete di Abano, incontra la popolazione di Giarre, promettendo alla comunità la presenza stabile di un sacerdote entro il novembre venturo, se entro quel mese si fosse proceduto alla costruzione di una canonica. Inoltre fa un sopraluogo sul terreno acquistato per costruire la futura Chiesa. Il Vescovo mantiene la promessa: il 24 novembre 1949 designa quale Cappellano di Abano per la comunità di Giarre don Pietro Liviero, venendo con lui a Giarre per presentarlo alla popolazione il 28 novembre. Il sacerdote abiterà nella canonica, quasi completamente terminata e benedetta dal Vescovo, officiando nel vecchio Oratorio di Santa Giustina, in attesa della costruzione del nuovo edificio religioso. Il progetto della nuova Chiesa è dell’architetto Giulio Brunetta dell’Università di Padova che progetterà anche la chiesa del Sacro Cuore alle Terme. Il 18 ottobre 1951 mons. Bortignon benedice la prima pietra della nuova chiesa. Dopo aver gettato le fondamenta (fine 1952) i lavori di costruzione si fermano, venendo ripresi nel 1954 ad opera dell’impresa del Prof. Miro Mazzuccato che li ultima agli inizi del 1956. La domenica delle Palme del 1956 (25 marzo) il Vescovo Bortignon ritorna a Giarre per la benedizione e l’inaugurazione della nuova Chiesa. Il primo parroco sarà don Pietro Liviero, che rimarrà Giarre fino al 1973.
BREVE VISITA ALLA CHIESA
La Chiesa Parrocchiale presenta un asse liturgico est-ovest dalle linee architettoniche semplici ed eleganti, con ampio interno costituito da unica grande navata, a cui lati ci sono due cappelle, e dal presbiterio-coro. E’ un edificio religioso intimamente legato al territorio poiché è caratterizzata dall’impiego di trachite dei Colli Euganei.
Entrando per la porta principale in facciata si trova l’Acquasantiera in trachite levigata, eseguita nel 1962 da Giuliano Ciato, abile artigiano di Montegrotto Terme. Alla parete destra è collocata la statua di Sant’Antonio, in legno, donata da Ernesto Pagiaro e fratelli come ex voto nel 1959. Alla parete sinistra, prima del confessionale, si trova il Crocifisso, in legno della Valgardena, che la Confraternita del SS.mo Sacramento ha regalato alla Chiesa nel 1961 a ricordo delle Missioni. Lungo le pareti dell’intera navata ci sono le Stazioni della Via Crucis, realizzate in rame battuto a bassorilievo dal concittadino Lino Carpanese e installate con cornici in marmo di Chiampo da un altro concittadino: Alessandro Fasolato (1976).
Sopra i confessionali sono esposte le tele raffiguranti “Cristo nell’Orto degli Ulivi” di Jolanda Santini (1958, destra) e “La Trasfigurazione di Cristo” di Emilio Rampazzo (1957, sinistra), mentre sopra le due porte laterali ci sono i dipinti con “La Deposizione di Cristo con Giuseppe d’Arimatea, la Vergine sostenuta dalla Maddalena e Marta”, opera cinquecentesca attribuita a fra Gherardo da Genova, donata da don Ettore Galletto nel 1964 (destra) e “Sant’Antonio e il Bambin Gesù” (sinistra). La Cappella di destra presenta all’altare il capolavoro artistico della chiesa, la pala raffigurante “La Madonna col Bambino e i Santi Protettori di Padova (Prosdocimo, Giustina, Daniele diacono e Antonio), Francesco e Carlo Borromeo” dono della famiglia Wollemborg alla neonata comunità di Giarre, in occasione dell’erezione del vecchio Oratorio di Santa Giustina nel 1897.
La tela è opera di Pietro Damini (Castelfranco 1592 – Padova 1631), pittore che s’ispira alla monumentalità, alla luminosità e al colorismo del Veronese, e si afferma a Padova nel corso del 2°-3° decennio del XVII secolo.
Sulla mensa dell’altare è esposta la Reliquia della Beata Liduina Meneguzzi,
donata dalle suore Salesie nel dicembre 2002 per celebrarne la Beatificazione, e una recentissima statua lignea della Beata, opera di Uberto Holzknecht, donata dalle signore Cavaliere (12 settembre 2009).
All’angolo nord-ovest c’è il Battistero, qui collocato durante i lavori di ristrutturazione dell’interno del 1979-’81 ad opera dell’Arch. Efrem Ferrari di Trento, , lo stesso che aveva progettato la ristrutturazione della chiesa arcipretale di San Lorenzo Martire. La Cappella di sinistra presenta la pala d’altare raffigurante “San Giuseppe e il Bambin Gesù” copia di una tela settecentesca, eseguita da Raffaello Marigo (1969) e la statua della Madonna col Bambino, in legno di Ortisei, donata nel 1985 (in onore di Mario Rossetto e Pierina Negretti) e benedetta dal Vescovo Filippo Franceschi. Le statue della Madonna e di S. Antonio hanno sostituito nel corso degli anni le precedenti che, assieme al demolito altare ligneo di Santa Giustina e alla pala del Damini, sono trasportati nella nuova Chiesa nel 1956-’57 dal vecchio Oratorio, che di lì a qualche anno sarà demolito. Si ricordi che gli altari delle due cappelle, in pietra di Costozza e marmo di Asiago, provengono dalla Chiesa di San Lorenzo di Abano e vengono donati dall’Arciprete di Abano mons. Tarcisio Mazzarotto (agosto 1966). Il Presbiterio risale al 1990-’91, quando vengono sistemati il nuovo Altare della celebrazione e, all’abside, il nuovo Tabernacolo del Santissimo Sacramento. L’Altare della Celebrazione riutilizza nel paliotto un bassorilievo in pietra di incerta attribuzione, raffigurante i quattro Evangelisti , e ai lati quattro tondi a bassorilievo in pietra con i loro Simboli (Aquila + Bue alato a destra, Angelo + Leone alato a sinistra), già appartenuti ad un precedente altar maggiore del 1960, dono del preside dell’Istituto d’Arte “P. Selvatico” al Vescovo di Padova G. Bortignon per una chiesa della città e su interessamento di mons. Mazzarotto destinato alla Chiesa di Giarre.
In alto all’abside si trova l’affresco raffigurante “La Consacrazione del mondo al Cuore Immacolato di Maria”, eseguito nel 1957 dal Prof. Isidoro Licini (Alano di Piave 1912-1978), donato alla Chiesa di Giarre d’allora Arciprete di Abano, mons. Tarcisio Mazzarotto. Mons. Mazzarotto teneva moltissimo all’istituzione della Parrocchia di Giarre tanto che il 21 agosto 1948, nel suo primo discorso all’atto del suo solenne ingresso nella Chiesa di San Lorenzo, aveva espresso il voto di far sorgere alle Terme un Tempio al Sacratissimo Cuore di Gesù e a Giarre una Chiesa dedicata al Cuore Immacolato di Maria. Nell’affresco dell’abside, in basso a sinistra è raffigurata la chiesa di San Lorenzo Martire, con la precedente facciata in stile neopalladiano eseguita nel 1905, poi completamente rifatta nelle forme attuali nel 1967, mentre il Papa orante è Pio XII. In Sacrestia si conservano il dipinto della “Crocifissione di Cristo”, dono del pittore Antonio De Core da Caserta (1962), un “San Giovannino” di Anonimo pittore cinquecentesco, già presso il Battistero della Chiesa, quando questo era collocato agli inizi della navata fino agli Anni ’70, la statua in gesso del Sacro Cuore di Gesù (1935) già conservata nel demolito Oratorio di Santa Giustina e, in Chiesa, la Statua in gesso di color bianco della Madonna di Lourdes (1971).